La street art a Napoli racconta le storie a colori di personaggi famosi e gente comune con opere da guinness realizzate dai migliori artisti nazionali ed internazionali, da Jorit Agoch a Banksy a Blu.
Street art Napoli: Jorit Agoch porta i volti di Napoli sui muri delle periferie
Fino a pochi anni fa nessuno conosceva il suo volto. Si iniziò a parlare di Jorit Agoch quando la sua prima opera comparve sulla facciata di un palazzo popolare nel Parco Merola di Ponticelli, nella periferia ovest di Napoli.
L’opera, intitolata Ael. Tutt’egual song’e criatur, ritrae il volto di una bambina dallo sguardo severo e vuole essere un monito per ricordare l’incendio doloso che nel 2008 distrusse un campo rom vicino al parco. In lingua romaní (parlata da molti rom e sinti) Ael significa “Colei che guarda il cielo”, e il gigantesco ritratto è un inno contro la discriminazione di razza e religione.
Il ventottenne partenopeo (padre napoletano e madre olandese) inizia il suo percorso artistico come street writer, prima di perfezionare stile e tecnica con studio e viaggi.
Come quello in Tanzania, dove ha frequentato la scuola Tinga Tinga, che già aveva influenzato il famoso street artist Keith Haring.
Jorit Agoch, pseudonimo di Ciro Cerullo, è oggi il re della street art a Napoli e le sue opere sono immediatamente riconoscibili per un particolare ricorrente: la presenza di due strisce rosse sulle guance di ogni volto che dipinge. Rappresentano i segni della scarnificazione che alcune tribù africane si fanno per segnare il passaggio all’età adulta.
Street art Napoli: opere famose nel mondo
Il San Gennaro Operaio, Maradona D10S Umano e il grande Che Guevara sono solo alcuni dei suoi lavori da Guinness dei Primati, per dimensione e realismo, ormai noti in tutto il mondo dell’arte di strada, e non solo.
Fu il grande murales del santo patrono ad accendere una forte curiosità tra i napoletani. “Santifico le persone del popolo come Caravaggio, scelgo gente comune per dare il volto a santi e Madonne, persone che conosco e mi hanno colpito. Il San Gennaro è un mio amico, un operaio di 35 anni”, racconta Agoch.
Facciate, muri e saracinesche sono le tele degli artisti di strada che con le loro opere raccontano storie di popoli e persone dando vita a veri e propri capolavori.
L’arte di Jorit è un riflettore puntato sulle periferie della città e nei luoghi abbandonati dallo Stato, un modo per attirare l’attenzione delle istituzioni. Le sue opere sono grandi, colorate e, soprattutto, dense di messaggi scritti, dipinti nei volti.Li ha classificati Vincenzo de Simone, curatore del libro La gente di Napoli – Humans of Naples.
Tra le numerose opere di street art a Napoli di Jorit, quella che cela più frasi sembra essere l’enorme Che Guevara, realizzato su una parete di 40 metri di un palazzo a Taverna del Ferro, nella periferia est di San Giovanni a Teduccio.
Osservando il monumentale dipinto si legge la scritta “Ora rivoluzione” e “Tagliateci la testa col machete”. Sul lato destro del murales le scritte sono più numerose: “Rockstar, Hasta Siempre – Meglio fuori che dentro schiavo – Fate l’amore non fate shopping, Gloria eterna Che, Lotta di classe, Meglio sparare che sparire”.
Perché tanto mistero sull’identità di questo artista? Fino a poco tempo fa, solo chi aveva assistito Jorit mentre dipingeva aveva potuto vederne il volto scoperto, senza le mascherine protettive dai gas delle bombolette. Poi, la scorsa estate, la sua faccia fu ripresa in diversi video realizzati a Betlemme, quando fu arrestato dalla polizia israeliana.
Jorit si trovava nel Paese per ultimare il grande ritratto raffigurante Ahed Tamini, attivista palestinese divenuta simbolo di una nuova rivolta, dipinto sul muro che divide la Palestina dalla Cisgiordania.
Di recente Jorit ha ultimato a Scampia i ritratti di Pier Paolo Pasolini e Angela Davis, mentre a Salerno, schierandosi a favore del Diritto alla Salute, ha dipinto i medici Trotula de Ruggiero (dottoressa dell’XI secolo della scuola medica salernitana) e Antonio Cardarelli (1831-1927), celebre medico cui è intitolato l’ospedale più grande di Napoli e del sud Italia.
NAPOLI STREET ART TOUR
Sono diversi gli artisti che hanno voluto lasciare il loro segno in città. Quando hanno chiesto a Žilda, noto street artist francese perché avesse dipinto il suo Angelo Custode proprio a Napoli, lui ha risposto citando Benedetto Croce: “Napoli è un paradiso abitato da diavoli e un angelo custode può sempre servire”.
In una città ricca di storia e arte, con monumenti e opere famose in tutto il mondo, non poteva mancare questo nuovo tipo di espressione artistica. Da diversi anni, infatti, Napoli è diventata il punto di riferimento della street art internazionale.
I più grandi nomi del panorama artistico mondiale hanno voluto lasciare la loro firma sotto piccoli e grandi capolavori urbani.
Uno straordinario esempio è la Madonna con pistola, in Piazza Gerolomini, nello slargo che precede di pochi metri l’arrivo in via Duomo da Via dei Tribunali, la prima e fino a poco tempo fa anche l’unica opera italiana accertata di Banksy, il famoso artista inglese, simbolo indiscusso della cultura popolare street e underground, che iniziò affiggendo illegalmente le sue stampe all’interno dei musei più importanti di Londra prima di scappare incappucciato.
Oggi le sue opere superano il valore d’asta di un milione di dollari.
Nel tour della street art di Napoli c’è un’altra enorme opera imperdibile, questa volta di un artista italiano, il marchigiano Blu, che nel 2016 ha ridipinto la facciata dell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario, convertito nel 2008 in centro sociale, fulcro di numerose attività artistiche e culturali della città.
L’opera di Blu rappresenta un gigantesco quanto inquietante internato con le catene spezzate che in un “assordante” grido di dolore sembra voler tirar fuori tutta la sua voglia di libertà.
Il viaggio nella street art a Napoli è suggestivo e pieno di significati e particolarità, un’esperienza emozionante che è possibile vivere grazie ai tour organizzati, in centro e in periferia. I prezzi dei tour partono da 20 €.
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