Facciamo un tour tra le fastose residenze borboniche a Napoli, edifici storici magnifici che raccontano il ricco passato della rcittà. Da Palazzo Reale alla Reggia di Portici passando per Capodimonte, scopriamo i fasti e la bellezza delle dimore di re Carlo di Borbone, scrigni imperdibili di architettura e arte.
Da Palazzo Reale a Capodimonte le meravigliose residenze borboniche a Napoli
Tre magnifici palazzi reali in un’unica città. Non si faceva mancare nulla re Carlo di Borbone, che nel 1738 per allontanarsi dalla frenesia di Napoli e dal secentesco palazzo in pieno centro città, si fece costruire due immense residenze in altrettante splendide location, immerse nel verde e nella pace della periferia, allo scopo di unire le sue più grandi passioni: la cultura e la caccia.
In questo itinerario sulle tracce del re e, soprattutto, delle sue dimore, partiamo proprio dal monumentale Palazzo Reale di Napoli, nel cuore della città e di quello che all’epoca era uno dei regni più vasti e illuminati d’Europa.
Ai tempi, infatti, il capoluogo partenopeo si contendeva con Parigi il ruolo di capitale culturale. L’immensa reggia venne fatta erigere nel 1600 come palazzo del re di Spagna dal viceré Fernando Ruiz de Castro, conte di Lemos, che aveva, come il re, la passione per le grandi strutture e, infatti, fu artefice anche dell’attuale Museo Archeologico di Napoli.
I lavori furono affidati all’architetto Domenico Fontana. Il magnifico Palazzo Reale di Napoli sorge vicino al porto, accanto a due dei simboli più riconoscibili della città, il possente Maschio Angioino e il vicino Teatro San Carlo, realizzato nel 1737.
La facciata del palazzo è lunga 169 metri ed è decorata con stemmi reali e vicereali e accoglie archi e nicchie all’interno delle quali sono poste otto statue di illustri sovrani ascesi al trono di Napoli. Sullo sfondo della reggia, come in una cartolina, si ammira la spettacolare visione del porto chiuso dalla possente sagoma del Vesuvio.
Al Palazzo Reale si accede dall’antico Largo di Palazzo, l’attuale Piazza del Plebiscito, attraverso il Cortile d’Onore che conduce allo Scalone d’Onore in marmo realizzato da Francesco Antonio Picchiatti (1651-66) e successivamente modificato e decorato da Gaetano Genovese (1838-58). Ha una balaustra in marmo annunciata da due lampioni ottocenteschi in ghisa, realizzati nella Fabbrica Reale di Pietarsa, oggi museo Nazionale Ferroviario.
Attraverso l’ampia scalinata si arriva all’Appartamento storico, al Teatro di Corte, progettato da Ferdinando Fuga e inaugurato nel 1768 in occasione delle nozze tra Ferdinando I e Maria Carolina, e alla Cappella Palatina, dedicata all’Assunta, riccamente decorata con opere di artisti come Lanfranco e Ribera, e con un bellissimo altare maggiore in pietre dure e lapislazzuli, opera di Dionisio Lazzari, proveniente dalla chiesa di Santa Teresa agli Studi.
C’è poi il Grande Appartamento di Etichetta, fatto realizzare da Ferdinando II di Borbone, dove si svolgevano le funzioni istituzionali e di rappresentanza. Le sue sale sono ricche di pitture, decorazioni, arazzi e mobili d’epoca.
Tra le stanze più belle, lo Studio del Re, il Salone d’Ercole, utilizzato per ricevimenti e balli, con il grande orologio di bronzo raffigurante Atlante che regge il globo, e lo studio della regina Maria Carolina, dove si trova un leggio rotante, su ben otto livelli, che permetteva di leggere più libri contemporaneamente.
Poi la Sala degli Ambasciatori, meravigliosamente arredata con mobili, lampadari, divani e arazzi in stile impero, che stupisce anche per la volta affrescata suddivisa in 14 riquadri.
Durante la visita vi renderete conto della bellezza e della magnificenza di questa reggia, che vi lascerà storditi e vi regalerà un tuffo nel passato straordinario. Tutto qui è un tripudio di oro e materiali preziosi, dalle cornici ai lampadari alle decorazioni su porte e pareti.
E per concludere la visita in bellezza ci si gode la splendida vista che si apre all’esterno del palazzo, passeggiando nei Giardini pensili, realizzati a metà del Seicento e poi ampliati da Carlo di Borbone. Recentemente tornati al loro antico splendore dopo un lungo restauro, sono oggi piantumati con agrumi e rose, oltre che da antichi esemplari di magnolie che con le loro enormi radici sembrano sculture. Dalla terrazza del giardino si gode di una splendida vista su gran parte della città con il Vesuvio sullo sfondo.
Come vi ho detto, il Palazzo Reale di Napoli si affaccia sul porto della città, alle spalle del Maschio Angioino, immediatamente visibile dallo sbarco degli aliscafi, quindi se arrivate a Napoli via mare con questo mezzo di trasporto, vi basterà attraversare la strada una volta arrivati.
Se invece arrivate in traghetto, il cui sbarco è poco distante da quello degli aliscafi, vi basterà percorrere la strada dalla zona dello sbarco traghetti (Porta Massa) fino a quella degli aliscafi, e quindi del Maschio Angioino, raggiungibile sia a piedi, in poco meno di dieci minuti, sia con la navetta gratuita presente all’arrivo delle navi. A questa pagina trovate gli hotel vicino al Palazzo Reale di Napoli.
Dal Palazzo Reale al Museo di Capodimonte
A poca distanza dal Palazzo Reale, in Piazza Trieste e Trento, si prende lo Shuttle Capodimonte per spostarsi in una delle altre straordinarie residenze borboniche a Napoli, museo dal 1957, tra le più ricche e sorprendenti pinacoteche d’Italia.
Il Museo Nazionale di Capodimonte custodisce inestimabili capolavori di artisti che vanno da Raffaello a Michelangelo, da Tiziano a Caravaggio, tanto per citarne qualcuno. La reggia, nata come riserva di caccia di re Carlo di Borbone, è oggi un importante contenitore di arte e storia, circondato da un’ampia area verde incontaminata, il Real Bosco di Capodimonte, un’oasi di 134 ettari progettati nel 1734 dall’architetto Ferdinando Sanfelice ed eletto nel 2014 “Parco più bello d’Italia”.
Il Real Bosco è protetto dall’Unesco ed è un tripudio di viali in cui si inseriscono edifici storici, fontane e statue, orti, frutteti e ben 400 diverse specie vegetali impiantate nel corso di due secoli.
La maestosa reggia napoletana, progettata da Antonio Medrano, occupa una superficie di 14mila metri quadri e si sviluppa su tre piani. Il primo è occupato dalla straordinaria Collezione Farnese, che Carlo di Borbone volle subito esporre nell’edificio, e dagli Appartamenti Reali con sale lussuose, come la Sala della Culla, anche se la culla disegnata da Domenico Morelli si trova alla Reggia di Caserta, e l’opulento Salone delle Feste.
Ci sono anche luoghi più intimi e raccolti, come l’Alcova pompeiana di Francesco e il Salottino di Maria Amalia di Sassonia, che venne completamente smontato dalla Reggia di Portici per essere trasferito a quella di Capodimonte.
Questo capolavoro è interamente realizzato con preziose porcellane policrome ad altorilievo ed è ispirato alla passione settecentesca per la cineseria (oggetti cinesi o che imitano la produzione artistica asiatica). Rappresenta il più alto esempio della straordinaria produzione della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, fondata nel 1743 da Carlo di Borbone e collocata nel parco della reggia.
Gli ampi spazi verdi che circondano la dimora meritano da soli la visita. Accolgono più di 400 specie vegetali, tra le quali spiccano alcuni esemplari antichi di canfora e camelia. Il parco ospita anche 16 edifici storici, tra residenze, scuole d’arte, depositi, chiese e una vasta area per picnic (ingresso Porta Piccola) dove è possibile consumare un pranzo al sacco.
Residenze borboniche a Napoli: la Reggia di Portici è una meravigliosa dimora reale settecentesca
Il viaggio tra le residenze borboniche a Napoli culmina alla maestosa Reggia di Portici, uno dei più straordinari esempi di residenza estiva reale in Europa. Costruita nel 1738, alle pendici del Vesuvio, stupisce al primo sguardo per la superba facciata, caratterizzata da ampie terrazze chiuse da balaustre, e continua ad incantare fin dall’ingresso. Nell’atrio, infatti, si ammira la doppia cupola affrescata dal parmense Vincenzo Re intorno al 1750 con illusorie prospettive architettoniche.
Fin dal 1758 la reggia fu meta del Grand Tour, il viaggio di artisti e letterati che erano attratti qui dall’Herculanense Museum, fondato da re Carlo di Borbone, che all’epoca raccoglieva i reperti della vicina città sepolta, oggi per la maggior parte conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Tra le dimore borboniche a Napoli, la Reggia di Portici è stata fin dalla sua costruzione un richiamo irresistibile per i nobili di allora. La presenza di una residenza reale nella zona portò alla realizzazione di centinaia di ville nobiliari in tutta l’area circostante, oggi nota come il Miglio d’Oro, ovvero quel tratto di strada che si allunga da Ercolano a Torre del Greco, dove sorgono le 122 Ville Vesuviane settecentesche che gareggiavano fra loro per splendore e testimoniano l’epoca nella quale la corte di Napoli era una delle più sfarzose d’Europa.
Per permettere l’accesso alla Reggia di Portici dal mare fu costruito nel 1773 il porto del Granatello, mentre per arrivarci da terra, fu inaugurata nel 1839 una linea ferroviaria, la prima in Europa.
Dal 1935 la reggia è sede della Facoltà di Agraria ma conserva molte aree visitabili degli appartamenti reali al piano nobile. Anche se prive di arredi, le sue sale sono finemente affrescate (di gran pregio l’Allegoria della Verità e l’Aurora di Crescenzo Gamba) e vantano bellissimi pavimenti, come quelli del Gabinetto Cinese, provenienti dagli scavi di Ercolano.
Di grande interesse, inoltre, il già citato Herculanense Museum, che Goethe, nel suo Viaggio in Italia, definì come “l’alfa e l’omega di tutte le raccolte dell’antichità”. Oggi, proiezioni e filmati raccontano la preziosa collezione del re.
Da non perdere, la Sala Cinese, oggi Aula Magna dell’Università, ricca di dipinti a tema. All’esterno poi, si apre una delle meraviglie del palazzo, un immenso parco che invita a splendide passeggiate, sia nel giardino all’inglese che digrada dolcemente verso il mare, sia nel bosco che circonda l’Orto Botanico.
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